Governi, scienziati e organizzazioni non governative (ONG) di tutto il mondo si stanno unendo per perseguire nuove idee, progetti, politiche e linee guida. Conosciuta come “Narratives for Change“, la serie presenta prospettive alternative alla crescita economica e al progresso umano in cui vengono esplorate e discusse nuove idee che verranno utilizzate come obiettivi di sostenibilità per rispettare l’Accordo Verde Europeo (European Green Deal).
Sebbene la crescita della popolazione sia stata la causa principale dell’aumento dei consumi tra gli anni ’70 e gli anni 2000, l’emergere di una classe media globale benestante è stata il motore più forte dall’inizio del secolo. L’aumento dei consumi è stato associato allo sviluppo tecnologico e stimolato dall’appetito dei consumatori europei, i quali contribuiscono più di altre aree geografiche al degrado ambientale.
Mentre alcuni paesi dell’UE hanno ottenuto una riduzione di alcune forme di inquinamento tra il 1995 e il 2010, il disaccoppiamento tra crescita economica e impronta ambientale associata al consumo di materie prime è molto relativo e varia da paese a paese. Il concetto di economia circolare suggerisce che le risorse potrebbero provenire sempre più dall’interno di un sistema produttivo, riducendo così l’impatto ambientale grazie all’aumento del riutilizzo e del riciclaggio dei materiali. Tuttavia, solo il 12% del materiale in ingresso è stato riciclato nell’Unione Europea nel 2019.
Il basso potenziale di circolarità è dovuto al fatto che una quota molto ampia della materia prima è costituita da:
- Vettori energetici, come la benzina e le batterie, dei quali solo una minima parte può essere riciclata (∼6%);
- Materiali da costruzione che vengono riciclati solo dopo periodi di utilizzo.
Questi svantaggi sono spiegabili anche dal fatto che con l’aumentare della complessità di una società, vi è una diminuzione dei benefici sui miglioramenti nella risoluzione dei problemi, quindi i miglioramenti su scala locale hanno un impatto minimo sul sistema complessivo. Una riduzione assoluta delle pressioni e degli impatti ambientali richiederebbe trasformazioni fondamentali per un diverso tipo di economia e di società, invece che di aumenti continui di efficienza all’interno degli stessi sistemi di produzione e consumo.
Gli ultimi decenni hanno visto una serie di iniziative per ripensare l’economia e sviluppare nuove prospettive teoriche che uniscono l’attenzione ai bisogni legittimi dell’attuale popolazione umana con la necessità di trasformazione per un futuro sostenibile. Alcuni campi e movimenti accademici sono andati oltre la crescita verde e hanno proposto concetti come economia della ciambella (Doughnut Economics) e decrescita (Degrowth).
Sebbene l’Europa rimanga la patria delle società più equa a livello globale, anche la disuguaglianza è in aumento, seppur con un ritmo più lento rispetto ad altre regioni. La necessità di cambiamenti trasformativi, amplificati e accentuati dalla pandemia COVID-19, richiede una profonda riformulazione delle nostre attività alla luce della sostenibilità. Ritenere che un disaccoppiamento assoluto e duraturo della crescita economica dalle pressioni e dagli impatti ambientali sia raggiunto su scala globale è improbabile, quindi le aziende devono ripensare a cosa significano “crescita” e “progresso” e cosa rappresentano per la sostenibilità globale.
Fonte: EEA Briefing “Growth without economic growth”, gennaio 2021
Immagini: EEA Media