Tempeste, inondazioni e cicloni. Ondate di calore che provocano siccità e incendi. Non è una novità che stiamo affrontando una crisi climatica causata dal riscaldamento globale. Anche con i forti cali delle emissioni di anidride carbonica nel 2020 legate alla pandemia del COVID-19, la crisi climatica continua a crescere. Una delle cause di questa crescita sta nella disuguaglianza economica che di conseguenza sta generando la “disuguaglianza da carbonio”.
La disuguaglianza da carbonio è il riflesso delle scelte politiche prese negli ultimi decenni, una conseguenza diretta della convinzione dei nostri governi che la soluzione è la crescita economica ad alta intensità di carbono.
In realtà essa ci fa avere una crescita economica irregolare, portando tassi decrescenti di riduzione della povertà e, con questo, il “budget” globale del carbonio si sta esaurendo velocemente, non allo scopo di equilibrare gli standard di vite umane ma principalmente per espandere il consumo di una minoranza dei ricchi del mondo.
Tra il 1990 e il 2015, le emissioni globali di anidride carbonica sono salite del 60% e, se aggiungiamo le emissioni prodotte dalla metà del 1800, quasi raddoppiano. Più della metà del carbonio che si è aggiunto nell’atmosfera durante questo periodo è stato generato dal 10% della popolazione più ricca del mondo, che non è il dato più spaventoso. Questo 10% è stato responsabile di oltre il doppio delle emissioni di carbonio che sarebbero riusciti a produrre il 50% (3,5 miliardi di persone) della popolazione povera.
Il “budget del carbonio” è un termine utilizzato per definire la quantità di anidride carbonica che possiamo aggiungere all’atmosfera senza che la temperatura globale aumenti di 1,5°C, un obiettivo fissato dai governi nell’Accordo di Parigi.
Però, l’impronte pro capite dell’ 1% dei più ricchi è attualmente circa 35 volte superiore all’obiettivo del 2030 e più di 100 volte maggiore del consumo pro capite del 50% dei più poveri al mondo. Ci sono voluti 140 anni per usare 750Gt del “budget” globale del carbonio, e solo 25 anni per utilizzarne di nuovo la stessa quantità esaurendo, così, un terzo del nostro “budget” globale di carbonio di 1,5°C. La metà più povera della popolazione ha contribuito solo per il 4%.
È necessario agire rapidamente se vogliamo frenare il riscaldamento globale e costruire delle economie eque entro i limiti sostenibili dal nostro pianeta. E dobbiamo farlo adesso. L’anno scorso, durante la pandemia da Covid-19, abbiamo seguito diversi processi decisionali precedentemente impensabili dai governi e delle aziende di tutto il mondo. È ora di unire le nostre forze in questo momento di cambiamento, fare pressioni sui nostri governi per rimodellare il nostro sistema economico. Abbiamo bisogno di azioni ambiziose e ampie contro le disuguaglianze sociali e le crisi climatiche se vogliamo avere la speranza di un domani migliore per tutti noi.
Fonte: 5 things you need to know about carbon inequality | Oxfam International