Il 7 febbraio scorso, lo stato indiano dell’Uttarakhand ha vissuto una tragedia che ci ha fatto ricordare il disastro del Vajont nel nord Italia. Un’onda imprevista d’acqua proveniente da un ghiacciaio nelle montagne dell’Himalaya ha causato la rottura di una diga fluviale che ha attraversato i villaggi vicini. I geologi sono alla ricerca di risposte, ma è probabile che le cause siano dovute al riscaldamento globale.
In Himalaya, una catena montuosa coperta da 600 miliardi di tonnellate di ghiaccio, lo scioglimento dei ghiacciai dovuto al riscaldamento globale è accelerato negli ultimi 40 anni. In prospettiva, questa perdita di acqua peserà sul fabbisogno idrico di milioni di persone.
Lo scioglimento dei ghiacciai aumenta il volume dei laghi glaciali e degli specchi d’acqua, di cui si stima che dal 1990, a causa dei cambiamenti climatici, abbiano subito un aumento totale del 50% del loro volume. Le pareti che le contengono possono crollare in qualsiasi momento a causa dell’aumento della pressione, valanghe e terremoti potrebbero colpire la regione himalayana frequentemente. Tutti questi fattori possono provocare l’allagamento dei borghi ai piedi del ghiacciaio, un evento distruttivo denominato GLOF (glacial lake outburst flood ossia alluvione di acqua di un lago glaciale dovuta al collasso degli argini).
Lo scioglimento dei ghiacciai non è l’unico problema che deve affrontare il paese, l’India sta soffrendo pure l’insicurezza alimentare a causa della mancanza di acqua.
L’acqua sta diminuendo in tutto il mondo. Oggi, le riserve di acqua dolce sono condivise tra più persone che mai, ognuna delle quali sta consumando una quantità crescente di acqua nella sua vita quotidiana. Il cambiamento climatico sta sciogliendo i ghiacciai e l’agricoltura intensiva sta esaurendo le risorse sotterranee in alcune delle aree più popolose del mondo.
La disponibilità di acqua è una questione di uguaglianza. Le nazioni povere stanno già pagando un prezzo elevato per la loro scarsità, soprattutto in agricoltura, ma il problema è ora in aumento anche nei paesi ricchi. Secondo l’edizione 2020 del rapporto FAO (Food and Agriculture Organization of the United Nations) sullo stato dell’alimentazione e dell’agricoltura, la quota di acqua accessibile a ogni persona è diminuita in media di oltre il 20% negli ultimi due decenni. Una persona su sei sul pianeta, quindi un totale di circa 1,2 miliardi di persone nel mondo, vive in regioni rurali dove l’acqua a volte è carente o cronicamente scarsa, il che influisce sulla loro capacità di nutrire le proprie famiglie e vendere prodotti.
Del numero totale di persone esposte all’insicurezza idrica, più di 1 miliardo si trova in Asia. L’India è uno dei paesi con la maggiore scarsità d’acqua al mondo.
L’esaurimento delle risorse idriche sotterranee sta minacciando la sicurezza alimentare del Paese. L’equilibrio dell’acqua nel suolo tiene sotto controllo la salinità nelle zone in cui l’acqua di mare filtra nei campi. In Bangladesh il problema della salinità è particolarmente grave. Più di 35 milioni di persone vivono lungo i 441 chilometri della fascia costiera del Bangladesh, che copre un terzo del paese. Quando il livello del mare aumenta a causa dei cambiamenti climatici e più acqua dolce viene pompata dai bacini naturali, l’acqua salata contamina il suolo. La salinità riduce l’approvvigionamento di acqua potabile ed è tossica per i raccolti.
L’agricoltura contribuisce per più di un quinto all’economia del Bangladesh e uno studio del 2014, uno dei più recenti disponibili sull’argomento, ha rilevato che negli ultimi 35 anni le infiltrazioni di acqua salata sono aumentate del 26%.
Lo squilibrio ambientale che stiamo affrontando ha raggiunto il punto di collasso. In regioni come l’Italia, dove l’acqua è abbondante, le persone hanno difficoltà a comprendere l’importanza dell’impronta idrica di ognuno. Ciò coinvolge completamente la nostra vita quotidiana, dalla nostra dieta agli articoli che consumiamo in eccesso, come l’elettronica, le scarpe, i vestiti e gli accessori. È inaccettabile che continuiamo a trattare i bisogni umani comuni, come la fame e la scarsità d’acqua, con una tale mancanza di rispetto. Mario Sergio Cortella, professore universitario, scrittore e filosofo brasiliano, sottolinea, in una delle sue lezioni, che stiamo vivendo in un’epoca di mancanza di cura. 100 anni fa non avevamo idea dei futuri riflessi dell’economia e dello stile di vita che stavamo assumendo. Oggi ne abbiamo. Oggi non abbiamo scuse per la nostra mancanza di cura verso l’ambiente. È il momento di cambiare. Il rispetto ambientale è il rispetto per noi stessi e anche per le generazioni future.
Fonte: https://www.focus.it/ambiente/ecologia/india-disastro-uttarakhand-global-warming
https://www.bbc.com/future/bespoke/follow-the-food/why-our-food-needs-to-use-less-water/
https://www.youtube.com/watch?v=3EoPZKOxbvQ&t=195s
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